21 Novembre 2024 – Giustizia senza confini – FVO & SCUOLA D’ITALIA A NEW YORK
Il 21 novembre 2024 alle ore 15.30 (GMT +1) 9.30...
Vittorio Occorsio, Aldo Moro, Vittorio Bachelet, Emilio Alessandrini, Walter Tobagi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Guido Rossa, Marco Biagi, la strage di Bologna, l’Italicus, Ustica, la Uno Bianca, Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, e poi la “strategia della tensione”: nomi e eventi, che vedono coinvolti eroi dei nostri tempi, divenuti vittime per assicurare a noi tutti la possibilità di vivere in un Paese libero; tanti misteri tutt’ora irrisolti, spesso purtroppo assenti dai programmi scolastici e perciò destinati ad essere dimenticati, e che invece rappresentano le storie su cui si dovrebbero fondare i valori profondi del vivere civile.
Tramite il ricordo della vita e della morte di quelle vittime e lo studio dei fenomeni criminali che hanno toccato più da vicino il territorio italiano, il progetto intende diffondere la cultura della legalità e l’importanza dei valori di onestà, coraggio, giustizia.
In tal modo, specialmente i giovani sono sensibilizzati all’importanza del rispetto dei diritti individuali e collettivi, tramite la conoscenza della loro progressiva affermazione anche a costo del sacrificio di molte vite umane, e la necessità dunque di preservarli attraverso la memoria di quanti pagarono con la propria vita per affermare i valori di libertà della nostra Costituzione.
La Fondazione utilizza il metodo della public history, portando testimonianze dirette nelle scuole, coinvolgendo familiari delle vittime, magistrati, forze dell’ordine e altri testimoni per contrastare le fake news e promuovere l’educazione alla ricerca delle fonti.
Ogni anno, la Fondazione organizza corsi formativi su questi temi che coinvolgono studenti, insegnanti, personale scolastico, famiglie e comunità locali, con il supporto anche di archivi pubblici e privati.
Il progetto si svolge annualmente in tutta Italia, con un focus sulle aree a rischio, mirando a contrastare la dispersione scolastica e l’illegalità attraverso un metodo interattivo basato sulle esperienze dei protagonisti.
Vittorio Occorsio, Aldo Moro, Vittorio Bachelet, Emilio Alessandrini, Walter Tobagi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Guido Rossa, Marco Biagi, la strage di Bologna, l’Italicus, Ustica, la Uno Bianca, Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, e poi la “strategia della tensione”: nomi e eventi, che vedono coinvolti eroi dei nostri tempi, divenuti vittime per assicurare a noi tutti la possibilità di vivere in un Paese libero; tanti misteri tutt’ora irrisolti, spesso purtroppo assenti dai programmi scolastici e perciò destinati ad essere dimenticati, e che invece rappresentano le storie su cui si dovrebbero fondare i valori profondi del vivere civile.
Tramite il ricordo della vita e della morte di quelle vittime e lo studio dei fenomeni criminali che hanno toccato più da vicino il territorio italiano, il progetto intende diffondere la cultura della legalità e l’importanza dei valori di onestà, coraggio, giustizia.
In tal modo, specialmente i giovani sono sensibilizzati all’importanza del rispetto dei diritti individuali e collettivi, tramite la conoscenza della loro progressiva affermazione anche a costo del sacrificio di molte vite umane, e la necessità dunque di preservarli attraverso la memoria di quanti pagarono con la propria vita per affermare i valori di libertà della nostra Costituzione.
La Fondazione utilizza il metodo della public history, portando testimonianze dirette nelle scuole, coinvolgendo familiari delle vittime, magistrati, forze dell’ordine e altri testimoni per contrastare le fake news e promuovere l’educazione alla ricerca delle fonti.
Ogni anno, la Fondazione organizza corsi formativi su questi temi che coinvolgono studenti, insegnanti, personale scolastico, famiglie e comunità locali, con il supporto anche di archivi pubblici e privati.
Il progetto si svolge annualmente in tutta Italia, con un focus sulle aree a rischio, mirando a contrastare la dispersione scolastica e l’illegalità attraverso un metodo interattivo basato sulle esperienze dei protagonisti.
La Fondazione è consapevole dell’importanza delle nuove tecnologie per la formazione dell’individuo, specialmente tra i più giovani. Pertanto, essa intende stimolare la riflessione dei giovani e dell’intera comunità di riferimento sul ruolo della “vita digitale” e sulla necessità di adottare anche in questa dimensione i medesimi valori di rispetto dell’altro che devono essere applicati nella vita materiale.
A tal fine, la Fondazione sviluppa un focus tematico portando i destinatari ad interrogarsi e ad interrogare criticamente le relazioni informative che il patrimonio culturale digitale è in grado di generare.
Questo intervento specifico prevede un focus sul corretto uso delle fonti, e sul dialogo tra queste tipologie e gli strumenti di ricerca sul web: da Google a Chatgpt. La Fondazione coinvolge a tale scopo alcuni esperti per illustrare l’uso distorsivo del web (fake news, cyber bullismo, …) ed i rischi di una memoria fondata solo tramite queste tecniche di informazione.
La Fondazione intende lavorare al potenziamento delle capacità culturali, di apprendimento critico e creativo, coniugando tradizione e intelligenza artificiale come attivatori d’interesse, in grado di sedimentare e trasferire alle generazioni future i dati della conoscenza e le interazioni che le comunità hanno intrattenuto nelle epoche pregresse.
Questo focus mira a fornire le competenze chiave per affrontare i cambiamenti e le sfide del loro presente, per proiettarli al meglio nel futuro, per farli diventare cittadine e cittadini attivi e consapevoli, capaci di condividere valori comuni e di confrontarsi positivamente con l’altro da sé.
La Fondazione ha preparato un glossario sulla cyber-legalità – dal titolo “Cyber a chi?” – avente ad oggetto il lessico utilizzato nel mondo digitale, collazionato con l’aiuto di giovani esperti del settore, che sarà pubblicato e distribuito sul territorio di riferimento. La finalità è anche saper prevenire e difendersi da comportamenti di cyberbullismo e di pressione alle libertà personali che possono incontrarsi nei social media, nonché imparare a individuare le fake news.
Nel corso di questo lavoro di approfondimento la Fondazione organizza incontri con esponenti della Polizia Postale, dell’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, psicologi, e altri esperti, per esporre potenzialità e rischi del web e delle tecnologie avanzate d’intelligenza artificiale, nonché con influencer e altri personaggi per spiegare l’importanza dell’uso responsabile della propria dimensione digitale.
Il senso dell’impegno della FVO è far riflettere sul presente attraverso il passato. L’obiettivo è far comprendere, specialmente ai giovani, che ciò che consideriamo quasi un dato di natura è invece il frutto di un lungo processo storico, di numerosi sacrifici, e soprattutto che non è conquistato per sempre.
La conoscenza degli eventi economici e del significato delle parole centrali dell’economia e della finanza è essenziale per comprendere le ricadute politiche e sociali, educando alla cittadinanza attiva e responsabile. La Fondazione ha avviato un laboratorio interdisciplinare e contaminato, che intreccia memoria, educazione alla cittadinanza ed educazione finanziaria.
Per fare degli esempi a questo metodo di lavoro, le domande da porsi sono le seguenti. La minaccia che si impara a conoscere è l’inflazione, accompagnata dal rischio della recessione. Cosa significano queste parole e quale nesso vi è tra loro e le libertà? Quando siamo incerti sul futuro, ne abbiamo paura. Abbiamo quindi bisogno di sicurezza. Cos’è la sicurezza?
Quanto contò negli anni ’70 l’inflazione, unita alla recessione (stagflazione) nel determinare la fine della spinta liberatoria del ‘68? Quali ne furono le cause e quanto esse sono simili a quelle di oggi?
La crisi petrolifera del 1973 nasce dalle guerre arabo-israeliane (e da altri conflitti) che fecero emergere la dipendenza dei Paesi occidentali da quelli che potevano vendere carbone fossile. La situazione attuale è molto diversa? Quali sono le radici della crisi energetica e quali conseguenze può avere sulla democrazia?
L’eversione degli anni ‘70 fu contrastata a caro prezzo, col sacrificio di uomini valorosi e al contempo anche di spazi di libertà, per esigenze di sicurezza. Potremmo trovarci in situazioni simili?
L’approfondimento avverrà anche utilizzando le competenze di tutor, che potranno guidare all’interno degli archivi, anche di immagini (Rete degli Archivi per non dimenticare-Archivio Flamigni), per spiegare i termini e i concetti economici e finanziari in chiave sociale.
Per riflettere su questi temi la Fondazione organizza incontri con uno o più “testimonial”, quali magistrati, economisti, esperti di polizia, capitani d’impresa, che hanno vissuto specifiche esperienze in questo campo (ad esempio, lo scandalo dei petroli; la crisi di grandi istituti bancari; le conseguenze delle guerre; i fenomeni migratori anche interni al Paese).
L’attenzione alla memoria porta a coniugare cultura della legalità e rispetto dell’ambiente. L’educazione ambientale assume un ruolo chiave per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica ed educare i giovani ai mestieri del futuro.
A seguito della modifica all’art. 9 della Costituzione, è lecito chiedersi: che cosa si tutela, quando si tutela l’ambiente nell’interesse delle future generazioni? Ambiente è, letteralmente, “ciò che ci circonda”. In prima battuta, ambiente è l’insieme delle condizioni fisico-chimiche e biologiche, ma è in realtà ben di più: è il luogo dove si sviluppa, cresce, si alimenta, la relazione con l’altro. Ambiente è infatti anche il complesso di condizioni sociali, culturali e morali nel quale una persona si trova e sviluppa la propria personalità.
La tutela dell’ambiente è, dunque, strettamente legata alla cultura della memoria e al senso delle relazioni e quindi alla legalità. La sostenibilità sociale è infatti imprescindibile per uno sviluppo equo e inclusivo, un valore essenziale per le due sfide più importanti della nostra epoca: la transizione digitale ed ecologica.
La Fondazione intende perseguire l’approfondimento di questo significato profondo di ambiente, anche tramite la memoria di come l’ambiente è stato tutelato dacché invece era una risorsa poco curata. In tal modo, si potrà rendere la memoria viva e rigenerativa di una cittadinanza che costruisce una convivenza sostenibile, anche curando e riqualificando le aree più disagiate e marginali.
In un territorio ricco di bellezze naturali come la Sardegna, la Fondazione intende adottare la strategia dell’outdoor education, una modalità di formazione riconosciuta in ambito europeo, che integra nelle proposte educative momenti outdoor e di nature based education.
La sostenibilità diventa “memoria rigenerativa”, che integra gli aspetti meramente ambientali e di consumo sostenibile con la dimensione sociale e di inclusione.
Lo sport coinvolge ogni generazione e spesso diventa il momento di evasione dai problemi della vita quotidiana. Proprio attraverso di esso è possibile promuovere anche la legalità, poiché si tratta di due campi i cui principi fondamentali si rafforzano l’un l’altro.
Si parla spesso di fair play, che significa appunto “gioco leale”, concetto che indica il comportamento corretto e rispettoso delle regole che bisogna avere durante un’attività sportiva o una competizione.
Rispetto delle regole, degli avversari e accettazione delle sconfitte sono concetti chiave.
Lo sport rappresenta così un ottimo strumento per combattere le devianze e la dispersione scolastica, poiché il soggetto si sente parte di una realtà che lo accoglie e non lo discrimina, ma che anzi potenzia le sue note positive e ne fa, in alcuni casi, motivo di orgoglio.
La Fondazione organizza giornate sportive con atleti professionisti che, attraverso le loro esperienze, comunicano ai giovani come la cultura e lo sport siano fondamentali per educare le comunità al rispetto delle regole e delle persone; alla lealtà e alla giustizia; alla sensibilità per la parità di genere; al valore del sacrificio e al valore ineludibile del gioco di squadra.
Concetti che, se applicati in ogni contesto, nel lavoro, nei rapporti interpersonali e nella vita quotidiana, diventano principi fondamentali per la costruzione di relazioni positive per le comunità.
Il progetto consiste nell’adozione annuale di una o più classi da parte di un magistrato o di un addetto delle forze dell’ordine, in collaborazione con storici, giornalisti, economisti che seguano il percorso degli studenti raccontando proprie esperienze dirette e indirette, in modo da far concretamente emergere l’attività di contrasto alla criminalità organizzata, attivare ideali e valori ed educare così alla cultura della legalità e all’etica del lavoro. L’adozione potrà riguardare classi delle medie, delle superiori e scuole in ospedale e studenti degli istituti penitenziari. La prospettiva del progetto è quinquennale e terminerà in occasione del cinquantennale dall’assassinio di Vittorio Occorsio avvenuto nel 1976.
Ogni anno, dopo che i ragazzi saranno stati adeguatamente formati sulle professionalità della giustizia e sulle basi processuali, si approfondirà, con l’aiuto di docenti ed esperti, uno fra i processi più significativi della storia italiana relativi ai fatti scaturiti dalla cosiddetta “strategia delle tensione”, quindi compresi in un periodo storico che andrebbe dalla strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969) alla strage di Bologna (2 agosto 1980), sebbene alcuni studiosi retrodatino l’inizio di tale strategia al Piano Solo (1964).
I ragazzi, con metodi di didattica innovativa, come il debate (metodologia didattica che consiste in un confronto nel quale due squadre sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento dato dall’insegnante, ponendosi in un campo – pro – o nell’altro – contro), metteranno in scena un tavolo di discussione che analizzerà i punti oscuri e/o le certezze che emergono dai fatti e dai processi con senso critico e la mediazione degli educatori.
La Fondazione dunque s’impegna a custodire la memoria degli Anni ‘70, di tutti i magistrati e delle altre vittime del dovere, approfondendola e tramandandola di generazione in generazione.
La Fondazione rimarca l’importanza delle drammatiche esperienze di quegli anni, della loro origine storica e culturale, e intende quindi promuoverne lo studio attraverso ricerche interdisciplinari.
Il progetto consiste nell’adozione annuale di una o più classi da parte di un magistrato o di un addetto delle forze dell’ordine, in collaborazione con storici, giornalisti, economisti che seguano il percorso degli studenti raccontando proprie esperienze dirette e indirette, in modo da far concretamente emergere l’attività di contrasto alla criminalità organizzata, attivare ideali e valori ed educare così alla cultura della legalità e all’etica del lavoro. L’adozione potrà riguardare classi delle medie, delle superiori e scuole in ospedale e studenti degli istituti penitenziari. La prospettiva del progetto è quinquennale e terminerà in occasione del cinquantennale dall’assassinio di Vittorio Occorsio avvenuto nel 1976.
Ogni anno, dopo che i ragazzi saranno stati adeguatamente formati sulle professionalità della giustizia e sulle basi processuali, si approfondirà, con l’aiuto di docenti ed esperti, uno fra i processi più significativi della storia italiana relativi ai fatti scaturiti dalla cosiddetta “strategia delle tensione”, quindi compresi in un periodo storico che andrebbe dalla strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969) alla strage di Bologna (2 agosto 1980), sebbene alcuni studiosi retrodatino l’inizio di tale strategia al Piano Solo (1964).
I ragazzi, con metodi di didattica innovativa, come il debate (metodologia didattica che consiste in un confronto nel quale due squadre sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento dato dall’insegnante, ponendosi in un campo – pro – o nell’altro – contro), metteranno in scena un tavolo di discussione che analizzerà i punti oscuri e/o le certezze che emergono dai fatti e dai processi con senso critico e la mediazione degli educatori.
La Fondazione dunque s’impegna a custodire la memoria degli Anni ‘70, di tutti i magistrati e delle altre vittime del dovere, approfondendola e tramandandola di generazione in generazione.
La Fondazione rimarca l’importanza delle drammatiche esperienze di quegli anni, della loro origine storica e culturale, e intende quindi promuoverne lo studio attraverso ricerche interdisciplinari.
I macro-obiettivi del progetto sono così compendiabili:
I macro-obiettivi del progetto sono così compendiabili:
Grazie alla partnership con RAI Cultura, sono stati trasmessi su RAI Storia, il 10 luglio di ogni anno dal 2021, tre speciali televisivi dedicati al progetto.
Grazie alla partnership con RAI Cultura, sono stati trasmessi su RAI Storia, il 10 luglio di ogni anno dal 2021, tre speciali televisivi dedicati al progetto.
40 scuole riscoprono il valore della memoria e della lotta per la legalità, incontrando grandi magistrati, storici, uomini delle forze dell'ordine, parenti delle vittime del terrorismo e delle mafie. Ricordi dolorosi, dialoghi toccanti, lezioni preziose da trasmettere. Figure come Vittorio Occorsio, Aldo Moro, Giovanni Falcone, Carlo Alberto Dalla Chiesa, e molte altre. E le domande dei ragazzi di oggi.
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