09 Mag 9 Maggio 2024 – sondaggio svolto in quasi 100 scuole italiane sulla conoscenza del terrorismo
In occasione del 9 maggio 2024, giornata nazionale della memoria sulle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice, la Fondazione Vittorio Occorsio rende pubblico il sondaggio svolto in quasi 100 scuole italiane sulla conoscenza del terrorismo.
Il 61% degli studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado conoscono con precisione sia che cos’è la Costituzione, quando è entrata in vigore e quali sono i suoi principi base, sia gli eventi del passato prossimo della storia repubblicana come il terrorismo, la strategia della tensione, gli anni di piombo.
È il risultato di un sondaggio che ha coinvolto 1682 studenti – 892 di 48 istituti di secondo grado e 790 studenti di 40 scuole medie – su tutto il territorio nazionale. Esso si proponeva non tanto di tastare il polso dell’efficacia di questa attività, quanto piuttosto di verificarne la necessità.
I ragazzi sono più sicuri sulle notizie base della nostra legge costituzionale, assai meno sulle vicende legate al terrorismo, alla criminalità organizzata e ai suoi protagonisti.
Quasi l’84% dei ragazzi delle medie sa che la Costituzione italiana è la legge fondante della Repubblica e il 71 per cento sa anche che entrò in vigore nel 1948. Vista l’età dei partecipanti, che va dai 10/11 anni ai 13/14, si possono scusare i 16 scolari su cento che o non sanno, o addirittura pensano per esempio che la Carta sia la trascrizione dei dieci comandamenti in lingua italiana. E forse anche su quella trentina (sempre su cento) che vaga dal 1938 al 1968 come data della promulgazione della Carta si può chiudere un occhio.
Su questi temi hanno tempo per imparare, come dimostra il fatto che nelle secondarie superiori la percentuale di risposte esatte aumenta: è la legge fondamentale della Repubblica per l’89% degli intervistati, è il 1948 l’anno dell’entrata in vigore per il 93%. Quasi il 92% indica nei primi 12 articoli della Costituzione i principi fondamentali della Repubblica.
Più confusi si dimostrano i ragazzi sugli eventi del terrorismo: 7 ragazzi delle medie su 10 sanno collocare gli anni di piombo tra i ’70 e gli ’80 del secolo scorso, ma solo il 49 per cento mette le Brigate Rosse all’estrema sinistra, e il 17 per cento pensa che sia stata un’organizzazione di stampo mafioso, indipendentemente dalla collocazione politica. Ancora: solo 4 su 10 rispondono che l’agguato di via Fani non è dovuto al terrorismo nero, e il 23 per cento, quindi quasi uno su quattro, non sa indicare con certezza le responsabilità né di via Fani né della strage di Piazza Fontana, né di quella dell’Italicus o di quella di Bologna.
Il quadro migliora con gli studenti delle superiori. Il 73 per cento sa che cosa è stata la strategia della tensione (ma l’11 per cento sceglie la risposta: “Una modalità critica di intervento nel dibattito pubblico”, e il 6,3% non sa); il 79,5% alla domanda: cosa accadde il 16 marzo 1978 in via Fani a Roma? risponde correttamente che venne rapito Moro, ma il restante 20 per cento – un quinto degli interpellati – o non sa o tira a indovinare tra la bomba di piazza Fontana, l’assassinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa o quello di Giovanni Falcone.
Anche sui responsabili della morte di Vittorio Occorsio c’è una forte confusione. Alla domanda “da quale gruppo estremista è stato ucciso”, il 47% indica una organizzazione di sinistra (o Brigate Rosse o Prima linea o Nuclei armati proletari), più numerosi dunque di quel 42% che risponde correttamente citando Ordine Nuovo come matrice politica dell’assassinio.
Ci si potrebbe chiedere se spetti alla scuola di approfondire queste tematiche. Ma si sa che nei programmi scolastici spesso è difficile inserire eventi di storia contemporanea. Piuttosto viene spontanea una riflessione sulla trasmissione del sapere da una generazione a un’altra: i padri (sarebbe meglio dire i nonni?) non trasmettono la memoria del proprio vissuto a figli e nipoti. Quegli eventi, che hanno segnato la vita collettiva del paese, sembrano cancellati o sepolti.
La Fondazione riproporrà le stesse domande, alle stesse classi, al termine del progetto, per verificarne l’impatto e darne conto al Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Risultati del questionario visibili CLICCANDO QUI
Rassegna stampa disponibile QUI